Su un vasto altopiano, a circa 8 km da monte Sant’Angelo, si distinguono i ruderi di Santa Maria di Pulsano, complesso monastico situato nel cuore del Gargano, edificato nel 591 sui resti di un antico tempio oracolare pagano dedicato a Calcante dai monaci dell’Ordine di Sant’Equizio. Per molti anni l’intero complesso, di proprietà privata, versò in stato di abbandono e, sebbene sia stato gravemente deturpato la sua tipologia originaria, ancora si distinguono le robuste mura e l’elegante ingresso del Convento, costituito da un portale finemente decorato con motivi vegetali. Una volta oltrepassato l’ingresso, si giunge ad un corridoio che conduce ad un secondo arco, ove la facciata della Chiesa è divisa da una bella cornice trasversale sotto la quale si apre l’ampio portale a tutto sesto. Nell’interno, a navata unica, sono degni di nota la copertura a botte, il preziosissimo architrave che sormonta la porta di comunicazione con i locali del Monastero, la zona absidale nella roccia e l’altare settecentesco, impreziosito (prima del furto sacrilego, avvenuto nel 1966) dalla tavola della Vergine di Pulsano, opera di quella scuola bizantino-italiana, detta dei “Ritardati”, fiorita in Puglia nei secoli XII e XIII.